Molto banalmente si può dire che la vera protagonista di L'ombra del vento è la città di Barcellona. Banalmente perché l'hanno già detto tutti e io mi aggiungo al coro. Ma Barcellona è una città universale nel romanzo di Carlos Ruiz Zafon: poteva essere Londra, o Roma, o Parigi, se l'autore fosse nato da quelle parti. Perché è sicuramente protagonista del romanzo, ma non per le sue particolarità, ma per l'uso che ne fanno i personaggi. La città è un enorme "campo di battaglia" che esplorano, imparano a conoscere, descrivono con attenzione e amore. Cose che si potevano fare anche da altre parti, in altri luoghi.
Anche grazie alla città protagonista, L'ombra del vento è un romanzo facile da amare. È una storia di formazione, è un thriller con rimandi politico - storici, è una storia gotica con un po' di soprannaturale. I tanti generi vengono usati e sfruttati sapientemente: non si può proprio fare a meno di smettere di leggere L'ombra del vento. Ci si appassiona alle vicende di Daniel, ragazzino sulla via della crescita meravigliato dalle persone che lo circondano.
E per i lettori e bibliofili c'è anche qualcosina di più: Il cimitero dei Libri Dimenticati, libreria polverosa e misteriosa in cui si trovano (a fatica) tutti quei libri che altrimenti sarebbero buoni solo per il macero. Il sogno di chi ama la lettura e la carta stampata.
Una frase scelta (quasi) a caso:
"Che lavoro faceva?"
"Un po' di tutto. Oggi la mia attività verrebbe definita spionaggio, ma in tempo di guerra siamo tutti spie."